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24ore BIG DAY 2012
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24ore BIG DAY 2012

NUOVO RECORD ITALIANO 24ORE : 163 SPECIE !

BIG DAY, UNA GARA SENZA ARBITRO DOVE VINCE LA PASSIONE

di Giorgio Paesani

Big Day, la maratona del Birdwatching: 24 ore per contattare quante più specie possibile, con regole scritte e ben codificate, vero, ma con l’unica “vera” regola scritta nella propria etica: la sincerità e l’entusiasmo. Non si battono gli altri, non si vince contro nessuno, si cerca di vedere, di divertirsi più che si può, valorizzando il proprio territorio. Perché solo sul tuo terreno puoi rendere al massimo, solo conoscendo posti, orari, persino abitudini di singoli uccelli, puoi veramente competere in un “Big Day”. La sera prima si va a letto presto, ripassando mentalmente l’attrezzatura preparata nello zaino, il percorso da compiere e… si sogna il colpaccio, si spera di vedere tutto quello che ci si aspetta di vedere e… qualcosa in più. Quel qualcosa che ti faccia essere “più” degli altri e già pregusti di poter prendere in giro amici lontani, di altre regioni o vicini di casa, i “cugini” contro i quali si vince sempre volentieri.

Quanti degli sfidanti degli Udignoli d’aFrico hanno salutato il “day before” la sfida del Big Day con la segreta speranza di strappare il titolo ai friulani, a qualsiasi friulano possibile (visto che a quanto pare il Big Day è roba loro). Quanti hanno sognato di tirare giù dal trono i campioni?

Matteo Skodler, Alessandro Bertoli, Matteo Toller, recordmen italiani 24ore

Non per quest’anno, signori, ormai è andata, gli Udignoli d’aFrico se lo sono aggiudicato con un colpo difficile da eguagliare: 163 specie in un giorno solo!

Portare via la “coppa” dal Friuli è impresa ardua, forse impossibile. Un primo passo per tentarla è quella di capire il punto di forza dei campioni e... leggere con attenzione l’intervista.

Ma, prima, la “scheda tecnica”.

Chi sono gli Udignoli d´aFrico

Matteo Skodler, classe´82, triestino in esilio a Udine, veterano delle competizioni 24h con il suo "padre birdwatcher spirituale" Paul Tout e i Frullini friulani, detentori del precedente primato italiano (156 specie nella gara del 2011) e di innumerevoli primi posti nelle gare nazionali e provinciali, dotato di fenomenale playback vocale, vista acuta e notevole riconoscimento acustico, qualità che lo rendono compagno di squadra ideale in una competizione di birdwatching.

Alessandro Bertoli (ma nessuno lo chiama più Alessandro, per tutti è "il Pulotto"), classe´76, da Mereto di Tomba (UD), ancora apprendista stregone birdwatcher e, in quanto tale, provvisto di limitata libertà di parola e d´azione, relegato d´ufficio al ruolo di pallottoliere, secondo pilota, strumentista... tutti ruoli che svolge con la competenza degna di un improvvisatore; la qualità che lo rende compagno di squadra altrettanto ideale in una competizione di birdwatching? Ovviamente, la sua impareggiabile simpatia!

Matteo Toller, classe´76, udinese, caposquadra per propria decisione, esploratore, pilota e dispotico stratega della gara 2012, fondatore della dinastia degli Udignoli (di Piume, Vellani 2010 con Alberto Marcone, terzi alla prima competizione; con il Pulotto e Paola Pisa in un’abortita 24h del 2011; ancora con il Pulotto per il Vellani 2011, stavolta primi), alla prima effettiva partecipazione portata a termine di una 24h nazionale, dotato di fervida fantasia allucinatoria visiva e uditiva, spesso tuttavia preludio di reali avvistamenti...

Intervista ai campioni: cari Udignoli, cos’è la 24h, come si prepara e come si realizza?

R: Per alcuni fanatici birdwatchers, la 24h è una giornata attesa per mesi, spesso preparata con difficoltà nei ritagli di tempo che la precedono, nel tentativo di collocare il maggior numero di specie contattabili lungo un percorso che ottimizzi le disponibilità del territorio e dell´avifauna e che includa tutti gli ambienti utili. Occorre poi effettuare ripetute perlustrazioni sul territorio in varie località con differenti caratteristiche, in modo da realizzare una sorta di "serbatoio di riserva" per alcune specie "ostiche" lungo il percorso prescelto, verificare l´effettivo arrivo di alcune specie migratorie, la presenza di alcuni notturni e montani e la loro propensione a farsi sentire e vedere... Sempre nella speranza di realizzare la "giornata ideale", quella dove tutte le specie del Paleartico occidentale e non, comprese le più assurde, si fanno contattare al primo tentativo... O quasi...

Tutto questo confidando che il meteo sia clemente, che la pioggia non sia un diluvio continuo o che piova solo durante gli spostamenti in macchina e soprattutto che la bora non sia eccessiva, che non nevichi a bassa quota, che non ci siano strade interrotte per frane (e invece proprio una frana ci ha costretto quest´anno a rivalutare il percorso, escludendo fortunatamente con un giorno di anticipo il Montasio e sostituendolo con il Crostis...), non ci siano manifestazioni "planetarie" (per esempio, le "Frecce Tricolori" durante un precedente Vellani... o i lavori per il Giro d´Italia...) a rallentare il percorso, per non parlare del rischio delle "strade sbagliate"...

Un corsa contro il tempo, dunque?

R: L’elemento fondamentale, oltre alla stanchezza, a compromettere l´efficacia della competizione è l´inevitabile accumulo di ritardo sulle singole tappe, per quanto pianificate sulla carta con necessario margine... tutto questo perché non sempre le specie sono esattamente dove avrebbero dovuto essere (o dove si erano fatte trovare in precedenza...) e questo comporta ricerche ulteriori che già di notte portano a dover rincorrere il tempo per non deragliare inesorabilmente.

Dicevate della stanchezza?

R: Occorre restare svegli, attivi e reattivi per 24h (almeno questa è sempre l´intenzione a priori degli Udignoli). L´ideale sarebbe riuscire a dormire diverse ore nella giornata che precede la competizione... ma questo non è quasi mai possibile. Il problema, oltre alla mancanza di ore disponibili per il sonno efficace, è l´insonnia dovuta all´adrenalina che poi durante la giornata successiva si va perdendo.Questo porta a ripetute fasi di deperimento fisico, abbiocchi e cedimenti soprattutto nelle fasi di "stanca" della gara (alcuni momenti notturni, orari caldi della giornata ma soprattutto nella fase finale della giornata, quando tornare verso casa svegli diventa un´impresa titanica...).

Va bene, fin qui si parla di problematiche comuni a tutte le squadre, eppure ci sarà qualcosa su cui avete lavorato in particolare! Ad esempio, la scelta del percorso?

R: Su questo punto le correnti di pensiero erano diverse (Matteo Skodler proponeva di esplorare con maggiore dettaglio le aree carsiche e le province di Trieste e Gorizia, evitando i Magredi di Meduna e Cellina per limitare il percorso automobilistico e ottimizzare le risorse più vicine) ma si è imposto il parere dispotico del caposquadra, che in un´improvvisata 18h di cinque giorni prima (con oltre 120 specie senza notturni e montani) aveva collocato alcune "bandierine" (ovvero specie target) lungo il percorso prescelto. Solo per citare alcune di queste bandierine (a parte la Civetta ormai "domestica" nei dintorni di casa disposta a rispondere praticamente sempre al richiamo vocale dopo meno di un minuto), il Merlo acquaiolo fermo ad attenderci praticamente nell´unico posto dove potevamo cercarlo, l´Anatra mandarina trovata al buio mentre tentava la fuga nel suo corso d´acqua tradizionale, o il Barbagianni, una delle "bestie nere" delle 24h (a dispetto del suo colore) arrivato allarmato al rauco richiamo vocale di Matteo Skodler a fianco del rudere a lui destinato.

Strategia e tattica pianificate a tavolino, dunque?

R: Per evitare ulteriori perdite di tempo lungo il percorso, a un elenco di tutte le specie dell´avifauna "friulana & italiana" era stato in precedenza attribuito un punteggio, in scala di semplicità da 1 a 4 (banale, fattibile, difficile, improbabile), in modo da collezionare il maggior numero di specie comprese nella prima categoria (un´ottantina) e nella seconda (una sessantina), in modo da essere già "competitivi" come numero, ed eventualmente qualcuna della terza categoria (un centinaio) per sperare nel "record" senza tuttavia perdere tempo e percorso con specie difficili e improbabili.

Utilizzando questa "formattazione" il risultato è stato che solo una delle specie banali classificate con 1 (il Falco di palude, specie presente in molte delle località visitate!) è stata mancata. Invece, l´unica specie contattata tra quelle classificate come 4 è stata il Gambecchio nano.

In ogni buon racconto thriller c’è sempre un momento buio, una crisi, che sembra spazzar via i nostri eroi. E’ capitata anche agli Udignoli?

R: La contraddittoria scelta di passare l´alba nei pressi della Foce dell´Isonzo (Matteo Skodler e i Frullini avevano sempre scelto altre zone per favorire soprattutto i picchi e le specie in canto all´alba, considerando le specie "acquatiche" contattabili a ogni ora) è risultata in realtà deludente (anche se molto efficace sia cinque giorni prima sia l´anno precedente nello stesso giorno), in quanto l´assenza quasi completa di migratori, di limicoli e sterne rischiava di creare (anzi, ha creato) totale sconforto nei partecipanti... sconforto mantenuto anche nella successiva tappa a Doberdò..

Ma quando tutto sembrava ormai perduto..

R: Ci siamo accorti che il numero di specie accumulate era comunque consistente anche perché c’era stato un errore iniziale di conteggio, in difetto, da parte nel nostro pallottoliere, che dopo una condivisa riconsiderazione ha restituito un umore decisamente migliorato alla compagnia... Ed è in questi momenti, in quelli di sconforto di uno (o di uno alla volta) dei partecipanti che si fa sentire l´energia e la giovialità della squadra, prima che prevalga la voglia di mandare tutto all´aria e tornarsene a letto…

E il colpo di tacco? La rovesciata che non ti saresti mai aspettato?

R: Toller, che dal tardo pomeriggio aveva cominciato ad avere allucinazioni uditive di qualsiasi tipo, al tramonto, in mezzo agli acufeni sente il canto di una Civetta capogrosso molto distante portata dal vento. Per fortuna la riescono a sentire anche gli altri... il colpo di tacco del capitano prima che risprofondasse nel suo mondo allucinatorio e concedesse il posto di guida al Pulotto...

Vediamo se ho capito bene. Alle foci dell’Isonzo non avete trovato tutto quel che speravate, migratori assenti, tante specie mediamente difficili non trovate… Ma, siete per caso “delusi”??

R: In effetti, diverse condizioni hanno reso la gara 2012 degli Udignoli ben lontana dalla "giornata ideale"…

La domanda allora sorge spontanea: ma se in queste condizioni avete contattato 163 specie, durante la giornata ideale cosa potreste fare??

R: Probabilmente, dedicando alcuni giorni precedenti alla gara all´esplorazione totale del territorio, qualche decina di specie si potrebbe aggiungere senza grosse difficoltà, ma questo toglierebbe alla competizione una delle caratteristiche che la rendono inevitabilmente entusiasmante, ovvero il fattore "sorpresa". Programmare il percorso nel singolo dettaglio eliminando le sfumature, seppur concedendo avvistamenti record, rischia di mortificare la giornata...

Insomma, per fortuna, il bello non è vincere ma sorprendersi?

R: In fondo, l´obiettivo finale è certamente il numero di specie collezionate, ma sono le osservazioni casuali e inaspettate a mantenere vivo l´entusiasmo nei partecipanti e a ricaricarli di adrenalina...

Allora Campioni, qual è il prossimo traguardo?

R: Esistono ancora le province? Allora ci toccherà tentare il record provinciale nella 24h di settembre... è quasi ora di mettersi a esplorare... e magari coinvolgere qualche altro sconsiderato avventuriero......c´è uno spazio per i ringraziamenti?

Diamine! La parola al Capitano!

R: Allora, oltre ai già citati Paul Tout e ai Frullini friulani, aggiungerei Pier Luigi Taiariol e Matteo De Luca per i suggerimenti sul percorso, Kajetan Kravos e Silvano Candotto per i miei "albori di birdwatching", Carlo Guzzon e Roberto Parodi per tutti gli insegnamenti di questi anni e con loro la squadra di Astore FVG, ma soprattutto EBN Italia per l´organizzazionedelle 24h,che ci concedeogni anno la possibilità di questa avventura!

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