Studi di genomica comparativa suggeriscono che l´acuità olfattiva di alcune specie di Mammiferi correla positivamente con il numero totale e con la percentuale di geni funzionali codificati nei loro genomi. In contrasto con i Mammiferi, l´olfatto deglii Uccelli è poco conosciuto, in quanto si è sempre ritenuto che si affidino principalrmente a stimoli visivi e uditivi.
Un gruppo di scienziati tedeschi, del Max Planck Institute (pubblic. in Proc.Royal Soc Biological Sciences, 2008) hanno analizzato il genoma di 9 specie di Uccelli (Cinciarella, Germano reale, Gallo, Cacatua rosa, Coucal nero, Kiwi, Canarino selvatico, Kakapo e Petrello delle nevi) alla ricerca di geni olfattori funzionali.
Ilnumero di geni olfattori è risultato molto variabile, da 107 a 667, in relazione anche alle dimensioni del bulbo olfattorio nelle varie specie esaminate. Per comparazione, tra i mammiferi, i geni olfattori variano dai 606 di un macaco ai 2129 della mucca.
Nel corso della filogenesi, il numero di geni olfattori è andato incontro a cambiamentii anche anche negli Uccelli, in quanto un dato emerso è che le due specie notturne come il Kakapo e il Kiwi presentano più geni olfattori di specie diurne e più geni del Petrello delle nevi che ha il bulbo olfattorio più grande in assoluto tra le specie analizzate, portando a credere che le caratteristiche del genoma si siano modificate in base all´habitat e alle preferenze ecologiche.
In sintesi, i risultati suggeriscono che l´olfatto negli Uccelli risulta essere un senso più importante di quanto generalmente si creda.
Uno studio pubbciato su Science del 22 agosto 2014, indica che il genoma di 10 specie di Uccelli, compresi i Colibrì non hanno geni per i recettori del dolce. Ma come fanno allora i Colibrì a discernere il dolce?
Se si offre come pasto ai Colibrì una soluzione zuccherina contenente un dolcificante come aspartame, gli Uccelli ci impiegano 162 millisecondi per assaggiare l´acqua e rifiutarla perchè non hanno recettori per il dolce. Invece si alimentano su soluzioni di acqua e entritolo un dolcificante che viene invece riconosciuto da un recettore "umami" che serve a distinguere gli aminoacidi sapidi.
Gli scienziati ritengono che gli Uccelli abbiano perso il recettore per il dolce da qualche antenato terapode e che solo i Colibrì lo abbiano riacquisito, utilizzando un recettore differente, data la loro alimentazione a base di dolce nettare.