Capo d’Otranto non si protende verso il mare con la protervia della terra che vuole conquistare l’acqua ma con la timidezza dei luoghi più magici; dolcemente segue la linea di costa che fa terminare il tacco d’Italia in quel di Leuca e il bianco faro che lo segnala ai naviganti neanche si vede, da terra. E’ il sito posto più ad oriente d’Italia ma pochi sanno che si chiama Punta Palascìa, dal greco che indica “mare aperto”.
Questa sua connotazione la rende uno dei luoghi più interessanti per la migrazione d’Italia: qui si concentra l’avifauna che in primavera attraversato lo Ionio, si dirige verso i Balcani.
La migrazione qui è oggetto di studio fino dalla fine degli anni ’80 ma c’è ancora molto da scoprire, ad esempio su quale sia la proporzione di uccelli che attraversa il mare subito o risalga la penisola fino al Gargano o al Conero.
Addirittura uno studio americano (Zalles&Bildstein 2000) aveva delineato due rotte migratorie opposte, dall’Albania e dalla Grecia verso la Puglia!
Su quest’area aperta i birders si sono divertiti a registrare osservazioni di migratori e di specie residenti : abbiamo constatato che seppure situato sulla terraferma, capo d’Otranto fa effetto isola, con un susseguirsi di specie nuove e di vuoti.
Capo d’Otranto è stato uno dei meeting più partecipati: oltre 60 persone presenti durante i 3 giorni canonici di meeting, con estensioni prima (da mercoledì) fino alla settimana successiva.
E’ stato un meeting tra i più belli per l'incanto dei luoghi, per la qualità delle osservazioni, per la qualità del cibo e non da ultimo, per la compagnia.
Ma andiamo per ordine.
Da mercoledì iniziano le segnalazioni via whatsapp perchè per la prima volta
in un meeting è stato creato un gruppo per scambiarci informazioni in
tempo reale !
Ci sono già Nicoli e Turri, accompagnati da Fabio Matropasqua, che segue il campo per la migrazione organizzato dal Centro Studi De Romita.
Vedono due Culbianchi isabellini e il primo Stiaccino.
Giovedì mattina arrivano i tour leaders Marco Bernardini e Tommy Capodiferro, insieme a Sozzi e Nova.
Sul campo, dal giorno precedente, vi sono anche gli altoatesini/trentini, Azzolini, Schneider, Andretta e il naturalizzato Pino Speranza. Stanno battendo la Palascìa in lungo e in largo osservando Albanelle pallide, Albanella minore e reale, Falco di palude, Cuculi dal ciuffi, un gruppo di 70 Cicogne bianche che prendono il mare e un Piviere tortolino, 8 Chiurli piccoli a Punta Faci.
Arrivano anche Castelli e Di Pietra da Torino. Alla check list iniziale si
aggiungono Rondine rossiccia, Pellegrino sibieriano, primo Prispolone e due Gufi di palude che si
alzano da punta Palascìa.
Arrivano anche dalla Toscana i coniugi Chiancianesi e Perroud. Nel
frattempo sono in viaggio anche i liguri che sono diretti a Matera.
Noi che siamo ancora a casa, iniziamo a farci prendere dall’ansia. Per fortuna il meeting si inaugura il venerdì!
Venerdì sera siamo quasi tuti sul campo e i messaggi si susseguono : verso le 18:00 siamo tutti a Torre Sant’Emiliano, dove ci sono ancora i Gufi di palude, un Codirossone maschio, alcuni Culbianchi e un Culbianco isabellino, che rimarrà purtroppo l’ultimo del meeting.
Infatti nella giornata di sabato il vento cambia e da tramontana, gira a scirocco fresco: notiamo che il cambio del vento riduce notevolmente la presenza di migratori, con pochi passeriformi e un annullamento dei passaggi di rapaci migratori.
Non c’è però da farsi prendere dallo sconforto: siamo una cinquantina che battiamo palmo a palmo l’area a pettine fino e le osservazioni non mancano. Il Piviere tortolino è ancora presente alle 7:15 del mattino, anzi sono due! Anche un Occhione. Un altro Gufo di palude presso ex base militare.
Scopriamo che i Cuculi dal ciuffo sono diversi, probabilmente almeno 3 coppie da Otranto a Porto Badisco (la nidificazione non è stata mai accertata ma durante il meeting sono stati visti in accoppiamento) perchè si vedono in più punti contemporaneamente. Vediamo anche il primo Cuculo.
A Torre Sant’Emiliano non c’è più l’isabellino ma ci sono le Monachelle, sia orientali che la forma occidentale. Ancora i Chiurli piccoli e passaggi di Rondoni maggiori, Rondini e Rondoni comuni. Falco pellegrino presente su scogliera.
Le ricerche nella macchia dell’altra specie target, la Bigia di Rueppel danno esito negativo, ma localizziamo, alcuni territori di Sterpazzola della Sardegna e alcune Sterpazzoline, forma abistriata. Da un cespuglio si alza un Torcicollo. Si vede anche una Rondine rossiccia e Pispola golarossa.
A pranzo ci incontriamo tutti assieme presso la Grotta dei cervi. Mentre noi mangiamo Azzolini&co sono sul campo e ci segnalano un Biancone e un’Aquila minore morfismo rossiccio che preda una serpe. Grillaio e ancora Occhione. Ci sono anche le Calandre che danno spettacolo.
In serata torre Sant’Emiliano sembra meno interessante del solito…. così sabato sera siamo tutti pronti per l’assemblea dei soci e cena presso l’agriturismo La Fattoria.
Faccio presente che 20 anni fa non avrei mai pensato di celebrare il 27° meeting di birdwatching e di vedere 60 persone convenute in Puglia per vedere Uccelli.
C’è da dire però che si mangia molto bene! Forse la gente viene per questo!
L’assemblea dei soci decide di confermare il consiglio direttivo uscente e approva il bilancio dell’associazione, letto dal tesoriere Gianni Conca.
Domenica mattina sempre dominata dallo scirocco che il giorno successivo porterà pioggia, con poche novità: nella check list si aggiunge il Rampichino comune e conferme di Monachella, Cuculo dal ciuffo e Grillai. Sterpazzolina cantillans al faro. Alla check list si aggiunge il cadavere di una Nitticora predata e abbandonata dal Pellegrino. Qualche rapace inizia a ricomparire : Nibbio bruno e Falchi di palude, maschi.
Negli arativi, alcune Calandrelle.
Iniziano le prima partenze, non dei migratori ma dei birders che ritornano ai loro (lontani) lidi. L’augurio è quello di sorprenderli con qualcosa di speciale: non capiterà, ma la pioggia di lunedì mattina porta le prime Averle capirosse dell’anno.
Si chiude qui: un meeting entusiasmante, non solo per i luoghi visitati, ma per l’effimero che si materializza improvvisamente. Una volta c’è, la volta successiva non c’è più.
Check list complessiva di 93 specie.
Un sentito ringraziamento per il caloroso benevenuto a Marco e Catia, Tommy e agli amici pugliesi.